" ... Il libro della vita comincia con un uomo e una donna in un giardino e finisce con .... l'Apocalisse"

Oscar Wilde

venerdì 24 settembre 2010

La Mediazione Familiare


La Mediazione, come indica il significato etimologico della parola “essere in mezzo, dividere, aprire nel mezzo” è quel processo che un terzo neutrale pone in essere per permettere alle parti in conflitto di riprendere un dialogo e di riappropriarsi della propria capacità decisionale eliminando o riducendo gli effetti stessi di tale conflitto.

La mediazione familiare è, quindi, un intervento professionale rivolto alle coppie e finalizzato a riorganizzare le relazioni familiari in presenza di una “volontà” di separazione e/o di divorzio. Obiettivo centrale della mediazione familiare è il raggiungimento della BIGENITORIALITA’ ovvero la salvaguardia della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli.

La mediazione familiare è una disciplina trasversale che utilizza conoscenze proprie alla sociologia, alla psicologia e alla giurisprudenza finalizzate all'utilizzo di tecniche specifiche quali quelle di mediazione e di negoziazione del conflitto.

Si tratta di un processo che mira a far evolvere dinamicamente una situazione di conflitto aprendo quei canali di comunicazione che si erano bloccati. Essa si propone di accompagnare le persone ad assumersi la responsabilità dei propri atti e di conseguenza ri-trovare quel filo delle nostre vite che abbiamo già in mano ma che momentaneamente ci è sfuggito.

Questo tipo di intervento offerto alla famiglia in crisi si basa su di un presupposto essenziale, che lo differenzia da ogni altro tipo di intervento volto a risolvere le dispute: le persone, pur nel disordine emotivo/organizzativo che spesso accompagna una crisi coniugale, hanno la capacità di autodeterminarsi ed assumersi la responsabilità di decidere ciò che è meglio per loro, evitando di delegare ad un terzo, avvocato o giudice che sia, questo compito.

Essa mira a creare un setting specifico, uno spazio e un tempo "neutro" dove i coniugi abbiano la possibilità di "ripensarsi" come coppia, o come coppia che si separa ma che rimane unita nell'esercizio della funzione genitoriale: qualora la separazione dovesse essere l'opzione scelta. I coniugi durante il percorso di mediazione avranno l'opportunità di riorganizzare emotivamente e pragmaticamente la loro vita. Attraverso un percorso strutturato di negoziazione si giunge a degli accordi "ragionevoli e mutualmente soddisfacenti" su tutti gli aspetti inerenti il divorzio: modalità di affidamento dei figli, calendario delle visite per il genitore non affidatario, assegno di mantenimento, divisioni patrimoniali, spartizione dei beni ecc.

Il riferimento che la legge fa alla Mediazione è la previsione inserita all’articolo 155 sexies secondo Comma del Codice Civile, che dà al giudice la facoltà, dopo aver sentito le parti e ottenuto il loro consenso, di rinviare il provvedimento di affido e permettere così ai coniugi di avvalersi di esperti per arrivare attraverso la mediazione ad un accordo.

Da questo si deduce che la Mediazione è un percorso volontario ed autonomo, una scelta privata in quanto il legislatore indica che centri di mediazione pubblica non possono essere finanziati con questa legge e quindi lo Stato non si assume nessun onere sociale in termini di spesa.

Le 4 basi su cui si fonda la Mediazione sono:

1. Intervento di un terzo imparziale come mediatore

2. Il coinvolgimento di tutte le parti in conflitto

3. Il piano extra-giudiziale

4. La non costrizione ad accettare il procedimento e il suo esito.

Le prime esperienze di mediazione furono avviate in America negli anni settanta, sia da parte di psicologi che da parte di avvocati matrimonialisti, che non riuscivano a ‘mettere d’accordo’ i loro clienti più litigiosi, carichi di rancore verso l’ex partner al punto di cercare continue ripicche per ferire l’altro, anche attraverso il coinvolgimento dei figli.

Successivamente, si assiste al suo sviluppo in tutta l’Europa occidentale e negli anni 80 compare in Italia; nel 1987 si costituisce a Milano l’associazione GEA (genitori ancora) per diffondere la conoscenza e la pratica della mediazione familiare.

Da qui il fiorire di Associazioni e scuole di formazione tra cui l’ASPIC (Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell’Individuo e della Comunità), la Scuola Genovese.

Nel 1995 viene fondata la SIMeF, Società Italiana di Mediazione Familiare e nel 2003 l’AEMef, Associazione Europea Mediatori Familiari.

A tutt’oggi in ogni paese continuano a nascere scuole di pensiero che sviluppano e portano avanti modelli diversi, facendo sì che la cultura della Mediazione si diffonda, si evolva e si perfezioni.

Il percorso di mediazione familiare rappresenta per la coppia un’opportunità per esplorare soluzioni illuminate e propositive soprattutto per il ben-essere dei figli, è una nuova filosofia di vita nella gestione delle negatività come il livore, il rancore, la litigiosità, la competizione per arrivare ad una evoluzione personale recuperando quella capacità di scelta che ci restituisce il ruolo di protagonista della nostra vita.

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