Come abbiamo visto nei post sulla SAP (Sindrome da Alienazione Parentale) qui e qui, il genitore affidatario, che è in conflitto con l’ex partner, può sabotare i suoi rapporti con i figli e rendergli molto difficile il ruolo di genitore. Per evitare questa situazione, diversi paesi, tra i primi gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e i paesi scandinavi, hanno sperimentato due tipi di affidamento congiunto: soltanto legale e sia legale che fisico.
Nel primo caso i genitori separati hanno uguali diritti e doveri legali con e verso i loro figli. Nel secondo i figli sono affidati anche fisicamente a madre e padre e risiedono un po’ a casa dell’una e un po’ a casa dell’altro.
Esistono diverse forme concrete di affidamento congiunto legale e fisico. In una minoranza dei casi i figli continuano ad abitare nella stessa casa e i genitori si danno i turni secondo il calendario stabilito. Questo menage è possibile soltanto se padre e madre sono sufficientemente benestanti da potersi mantenere entrambi un’altra casa in cui stare quando non è il loro turno di custodia. Una simile formula rappresenta una soluzione ottimale, quando ci sono vari figli, di diverse età, che con la separazione verrebbero divisi o spostati in quartieri lontani da quello in cui abitavano.
Più frequenti, invece, sono quegli affidamenti congiunti in cui i bambini o i ragazzi hanno in pratica due case e, a seconda degli accordi, si spostano una volta la mese, alla settimana o ogni due o tre giorni, da una all’altra. Questo tipo di affidamento da buoni risultati soltanto quando i genitori riescono a sostenersi a vicenda e sono flessibili nell’adattarsi alle mutevoli esigenze dei loro figli.
In queste condizioni i ragazzi riescono a mantenere un buon legame sia con la madre, sia con il padre. Infatti non si limitano con nessuno dei due ad andare semplicemente in vacanza o al cinema, mentre in ambedue le case si ricreano le condizioni “normali” del rapporto di convivenza genitore-figlio. Diverse ricerche dimostrano, infatti, che l’affidamento congiunto non provoca nei figli la sensazione di aver “perso” un genitore, che sorge talvolta quando il padre o la madre se ne vanno da casa e i ragazzi li vedono soltanto per appuntamento.
Tuttavia i ragazzi traggono vantaggi e svantaggi dall’abitare in due case. Anzitutto devono imparare a programmare con maggiore precisione la loro vita, anche soltanto per riuscire a portare nell’altra casa quello che servirà loro nei giorni o nelle settimane successive.
In secondo luogo è necessario che si abituino ai traslochi. Alcuni bambini e ragazzi si adattano facilmente agli spostamenti ciclici, soprattutto se i genitori abitano nello stesso quartiere e loro hanno la possibilità di incontrare gli amici da entrambe le case. Altri, invece, si lamentano per la perdita di tempo nei traslochi e per la discontinuità forzata nei rapporti sociali, specialmente se i genitori abitano in zone lontane o addirittura in città diverse. Alcuni di loro, però, riescono con il tempo a crearsi una rete di amicizie in entrambe le città o quartieri e considerano questo stile di vita soddisfacente e ricco di opportunità.
Sugli effetti dell’affidamento congiunto sono state effettuate diverse ricerche. Quando i due genitori hanno superato il divorzio emotivo, questa formula ha conseguenze positive per tutti: i padri affermano di sentirsi arricchiti e non più messi in secondo piano, le madri alleviate dalle troppe responsabilità. Contemporaneamente i figli sono soddisfatti di poter continuare ad avere rapporti stretti con entrambi i genitori.
Al contrario, se i genitori continuano ad essere in conflitto e scelgono l’affidamento congiunto perché nessuno dei due vuole “lasciare” i figli alla’altro, le conseguenze sono negative per tutti: i genitori trovano in continuazione pretesti per litigare e i figli ne rimangono turbati e sconvolti.
Benchè sembra essere in aumento il numero di genitori che cooperano dopo la separazione, rimanendo entrambi coinvolti nella vita dei figli, attualmente l’affidamento congiunto viene concesso solo in una minoranza di casi. Questa formula è comunque auspicabile soltanto quando i due genitori hanno buone probabilità, e in questo caso la Mediazione può veramente fare “miracoli”, di raggiungere un buon divorzio emotivo e di instaurare un rapporto di cooperazione.
Ognuno dei due deve essere profondamente convinto dell’utilità della presenza dell’altro nell’educazione dei figli. E con questi presupposti di disponibilità e stima reciproca non è neanche difficile risolvere problemi concreti come decidere con chi i ragazzi debbano trascorrere le vacanze di Natale o il giorno del loro compleanno …..
Sono in fase di separazione con mio marito. Lui per primo ha chiesto l'affidamento esclusivo. Il mio avvocato ha proposto l'affidamento condiviso, con residenza di nostro figlio, 4 anni, nella casa abituale, e cioè casa mia. Mio marito se n'è andato di casa il 16.09.11.Ancora non ci ha risposto. Se risponde di sì, come si fanno i turni di visita per il padre? E per le vacanze? Sono annuali? Si possono modificare tra di noi? Se non paga gli alimenti, può vedere lo stesso il figlio? Grazie.
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