" ... Il libro della vita comincia con un uomo e una donna in un giardino e finisce con .... l'Apocalisse"

Oscar Wilde

lunedì 16 maggio 2011

Forze di coesione

In una coppia, i partner che vogliono impegnarsi in un rapporto duraturo e sempre più intimo faranno riferimento all’attuazione di una importante regola relazionale:

più una comunicazione è intima, meno le parole e lo scambio orale sono sufficienti per comunicare.

Sarà necessario, quindi, che la coppia impari ad utilizzare altri linguaggi oltre a quelli verbali disponibili, per potersi venire incontro e anche capirsi

Ricorderò alcuni di questi linguaggi, che sono per lo più utilizzati in modo occasionale e che invece sarebbe bene venissero riconosciuti come indispensabili per un buon dialogo.

Il linguaggio delle emozioni.

Ogni volta che un evento, una parola, un atteggiamento o un comportamento risuonano e riecheggiano, essa riporta alla luce, risveglia una parte sensibile del nostro vissuto o stimola di nuovo una situazione incompiuta. L’emozione corrispondente risale alla superficie del presente. Bolla di ricordo racchiusa nella rimozione, nel non-detto, nel silenzio o nelle cripte del corpo, e che emerge con pianti, si rivela con risate o si sfoga con tremori, soprassalti e onde di emozione incontrollabile. La condivisione, la relazione intima, la vicinanza e la convivenza di due individui risveglieranno e porteranno in superficie molte situazioni del passato. L’ex bambino umiliato, ferito, fiducioso o entusiasta, sarà riportato alla luce da una parola, un gesto, u evento. La capacità sempre più completa dei componenti di una coppia di comprendere l’emozione come linguaggio diventerà quindi una garanzia supplementare per uno scambio fecondo.

Il linguaggio delle energie

In Occidente non siamo ancora pronti per afferrare fino in fondo il concetto di energia. Raramente la consideriamo come un linguaggio con la quale trasmettere messaggi positivi o negativi a coloro che ci sono più vicini. Tuttavia, quante tensioni, quanti blocchi, quante chiusure o quanti ripiegamenti provochiamo, essendo troppo permeabili o poco consci delle vibrazioni causate dalle energie negative? La promiscuità intesa male o gestita bene nelle relazioni intime può chiuderci o aprirci alla nostra parte migliore.

Nel momento in cui uno sospira pompa l’aria con le sue richieste e le sue attese:l’oppressione determinata da una mancanza di spazio, di tempo, dalla ripetizione abitudinaria di gesti o scenari di vita sempre uguali.

Ci sono relazioni che consumano le energie e relazioni che le aumentano; nel primo caso ci saturano e ci riducono, nell’altro ci esaltano e ci elevano.

Il linguaggio dell’immaginario e del simbolico.

Poter condividere il proprio immaginario ed imparare a non confonderlo con la realtà significa aumentare la possibilità di scambi fiduciosi attraverso la meravigliosa apertura sul sogno e la fantasia.

Questa modalità di espressione si basa sul senso di sicurezza che provo quando non mi sento rifiutata, sminuita o umiliata nella manifestazione del mio immaginario, di uno stato d’animo o di una percezione intima e personale.

Questa condizione di base favorisce un’apertura, uno spazio relazionale più ricco e più creativo.

Il linguaggio del corpo

La ricerca della vicinanza, del contatto con la persona amata, la possibilità di toccarsi, accarezzarsi, stringersi liberamente e senza obblighi è una delle ricchezze della vita di coppia.. Avvicinarsi, appoggiarsi, acciambellarsi, rannicchiarsi senza trattenersi è un donarsi all’altro che aiuta la sua accettazione e il suo sviluppo.

La complicità dei gesti, della pelle, degli sguardi è talvolta così forte, così intensa da creare una specie di aurea di ben-essere e di fiducia intorno a certe coppie.

Quante donne pagano, in relazioni sessuali imposte, il loro bisogno di tenerezza? Quante si sentono obbligate a sopportare e coccolare così la carenza affettiva di un adulto-bambino? Quanti uomini si fanno carico del bisogno di aiuto infinito di un’adulta-bambina che si è sentita abbandonata?

L’incontro possibile dei corpi a partire dal risveglio delle rispettive sessualità è proprio il criterio assoluto che differenzia la relazione di coppia da ogni altra forma di relazione. I malintesi negli approcci sessuali nascono da blocchi e rifiuti e non rivelano, come credono molti partner, un indebolimento o un cambiamento nei sentimenti.

I linguaggi del corpo sono continuamente stimolati nella vita di coppia. E’ indispensabile capirli e parlarli come tali e precisarne la sensibilità e la ricchezza.

Il linguaggio del corpo si può imparare. Toccare, accarezzare, sfiorare, massaggiare, dare senza prendere, offrire senza imporre, avvicinarsi senza impossessarsi: tutti questi gesti potenzieranno le risorse di una coppia, alimenteranno la sua vitalità.

Comunicare il più liberamente possibile ed essere chiari con se stessi.

Comunicare vuol,dire mettere in comune. Voglio ricordare che è molto diverso dal volersi capire, dall’essere d’accordo, dall’evitare conflitti.

Questo scambio vivace, essenziale, avvincente, creatore di ben-essere obbedisce a certi principi elementari basati su regole relazionali e si costruisce a partire da alcuno strumenti concreti.

Le forse di coesione dunque si baseranno su alcuni strumenti per comunicare meglio.

Il contributo più prezioso sarà il tempo. E’ fondamentale darsi tempo per lo scambio, la condivisione, per capirsi partendo dai nostri vissuti personali.

Si dovrà invitare, spronare l’altro a esprimersi senza esigere, fargli pressione, rimproverarlo.

La mancanza di scambi e di condivisione verbale è l’avitaminosi della coppia contemporanea. E il distacco sembra accentuarsi fra le donne, che si sono mosse per conquistare il proprio posto e hanno ritrovato il piacere e il potere di un’espressione tutta loro, e gli uomini, che sono sempre più silenziosi, chiusi nel consumo di immagini televisive o assorbiti nell’attivismo sportivo o nel fai-da-te.

Comunicare il più liberamente possibile non significa però dire tutto all’altro. La libera comunicazione si trova a metà strada tra tacere e imporre, tra non dire nulla e dirsi tutto, vero e proprio sfogo sull’altro trasformato in scarico di rifiuti! Troppo spesso la relazione perde la sua vitalità, la sua mobilità, la sua fantasia quando è il solo spazio di scarico per le tossine di ciascuno dei partner.

Le forze di coesione troveranno così un appoggio sulla coerenza interna di ciascun partner e saranno rinforzate dalle possibilità di presa di posizione e affermazione di entrambi. Come si può infatti essere chiari con l’altro se prima non siamo chiari con noi stessi? O, meglio più saremo centrati su di noi, più saremo differenziati, autonomi, liberi e indipendenti, più saremo capaci di proporre all’altro una relazione fantasiosa e solida, ma non rigida, bensì basata su desideri e contributi reciproci.

Sarebbe una buona cosa imparare a spiegare le proprie contraddizioni, i propri conflitti interiori, le attese personali piuttosto che continuare ad attribuirle all’altro. Questa modalità ci aiuta enormemente a uscire dalle trappole relazionali, dalle spirali talvolta infernali delle ripetizioni, delle accuse, dei conflitti e delle colpevolizzazioni.

La vita di coppia comporta inevitabilmente, anche se questo non sempre è riconosciuto, una migliore conoscenza di sé e in particolare delle proprie zone di intolleranza in rapporto ad una relazione di continuità. Rischio di essere ambivalente quando sono in conflitto e mi sento diviso tra due tendenze diverse e opposte che coabitano in me, mio malgrado. A volte, non volendo riconoscere questo conflitto in me, lo proietto sull’altro e me la prendo con lui, lo rimprovero e lo aggredisco. Per uscire da questo conflitto interiore bisogna fare una scelta, prendere una decisione e quindi anche fare una rinuncia. Talvolta, se non riesco a decidermi, la scelta mi verrà imposta dall’esterno.

Alcune richieste d’amore sono fondamentalmente paradossali e ognuno ne ricaverà maggiore disponibilità e maturità se saprà riconoscere questi giochi. Come quando uno dei due partner si accanisce a chiedere all’altro proprio quello che non può dare. Quando l’uno si aspetta dall’altro che sia quello che non è, che cambi, che non rimanga come è, che la smetta di pensare a quello che pensa, di fare quello che fa.

Talora c’è chi elemosina apertamente e con insistenza un’attenzione, un riconoscimento, una complicità, un’intimità che al tempo stesso teme, rifiuta o non crede possibile. Le attese, le rivendicazioni e i lamenti ufficiali ruoteranno attorno al bisogno di essere amati, ma contemporaneamente i partner saranno ossessionati dal timore che all’amore segua l’abbandono. Allora il desiderio implicito, e anche il più intenso, sarà quello di non essere amati.

Di fronte a tale paradosso, nessuna risposta potrà essere davvero soddisfacente o sufficiente. Il paradosso crea confusione nell’altro e genera comportamenti di auto sabotaggio. Io mi sentirò sia amato in modo inadeguato e insoddisfacente nella mia richiesta d’amore assoluto, sia amato e al tempo stesso terrorizzato all’idea di perdere l’altro, con la conseguenza di avere grandi difficoltà nell’impegnarmi in relazioni stabili.

Essere chiari con se stessi significherà anche essere capaci di riattualizzare le proprie scelte di vita e i propri impegni nel divenire della relazione.


.... seguimi nel prossimo post .....

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