" ... Il libro della vita comincia con un uomo e una donna in un giardino e finisce con .... l'Apocalisse"

Oscar Wilde

mercoledì 18 maggio 2011

Forze di separazione (I parte)



Le forze di separazione in una coppia hanno origini diverse: in primo piano sta però la difficoltà a scoprire e ammettere che i bisogni e i processi profondi che caratterizzano l’organizzazione della personalità di una donna e di un uomo sono per lo più basati su principi di tipo antagonista, per quanto riguarda il mettere in comune e la condivisione.

Vediamo un po’ in che modo ….

Archetipi.

Al di là delle trasformazioni culturali e dei rituali che strutturano le relazioni amorose, una delle differenze quasi universali specifiche della dinamica delle donne e degli uomini si misura in base alla modalità secondo cui le une e gli altri parlano dell’amore, dei loro sogni e delle loro esperienze.

Le donne privilegiano le relazioni fra le persone, gli uomini invece il rapporto con l’oggetto. Le donne comunicano tra soggetti prima di comunicare a proposito di oggetti, mentre gli uomini attuano scambi partendo prima di tutto dagli oggetti.

Le parole tipo che potrebbero fare da supporto allo scambio tra una bambina e sua madre, lasciano quasi sempre posto a due persone che si parlano, che comunicano messaggi basati su sentimenti “Mamma, vorrei venire con te … che tu mi stringessi tra le braccia …. Posso pettinarti? Com’era quando eri piccola?”.

E’ poi nel modo in cui si ottiene la risposta che spesso le cose si rovinano. Il bisogno di scambio è soppiantato da esigenze e imposizioni al modo imperativo: “Lasciami tranquilla!! … metti in ordine le tue cose!! .. Faresti meglio a venire ad aiutarmi piuttosto che guardare la televisione!! …”

Mi chiedo ha forse origine da questi messaggi la tendenza della donna a credere che sarà più amata se compiacerà gli altri, se non deluderà, se risponderà alle attese altrui??

Da adolescenti, le ragazze sognano la condivisione dei sentimenti, lo scambio d’amore con il partner.

Il bambino dice preferibilmente: “Voglio giocare al pallone … voglio una macchinina … farò il dottore o l’ingegnere”. Parla del possesso di oggetti, si definisce nel Fare, nel desiderio di avere e nella padronanza e nel controllo delle idee.

Da adolescenti sognano più imprese erotiche e di conquista e meno la condivisione fra le persone.

Da tutto questo emerge che una delle differenze sopra citate si può riassumere nel rapporto privilegiato della donna con l’ESSERE e nel rapporto dell’uomo con l’AVERE.

Questa dinamica antagonista e complementare vissuta in una doppia modalità, tra uomini e donne, strutturerà quindi in modo molto specifico il rapporto dei due partner con il mondo e la loro diversa maniera di porsi agli altri.


Libera scelta, piacere, obblighi e doveri.

Nell’uomo, molti atteggiamenti e comportamenti nell’attuazione di un progetto sono fondati sulla dinamica della libera scelta e del piacere del fare.

“Sono io che ho scelto di lanciarmi a peso morto da 6 anni nella ristrutturazione di questo cascinale, ma riuscirò a farcela da solo!”

“Ho consacrato più di 8 mesi alla sistemazione del garage, per creare una sala giochi per i bambini”.

“Risparmio e lavoro anche il fine settimana per comprarmi una casa in campagna dove potremo andare tutti a vivere felicemente!”

Tutto ciò, quest’uomo l’ha progettato, intrapreso e realizzato per la maggior parte del tempo provando piacere e soddisfazione ad ogni tappa della realizzazione. Orgoglioso di sé per il risultato ottenuto, ne ha parlato in seguito per molto tempo, l’ha fatto vedere agli amici. Tuttavia quando era l’ora del suo programma televisivo preferito, non esitava a interrompere il lavoro, a lasciare subito chiodi e martello. Riprendeva, poi, quando decideva lui, il lavoro titanico che si era liberamente imposto.

In questa dinamica di libera scelta e piacere, un uomo è capace di lavorare come un pazzo, di trascorrere ore intere all’opera. Vi spende molte energie, che gli vengono restituite sottoforma di gratificazioni visibili e concrete. Tenderà così ad assimilare quello che fa, realizza o intraprende, al suo valore di uomo.: “Sono quello che faccio!”. E, quando le sue forze diminuiranno, si sentirà inutile, indegno di stima,il suo carattere si inasprirà, le sue esigenze verso l’altro aumenteranno.

Alla donna succede raramente la stessa cosa. E’ più in un certo modo condizionata in una dina mica di obblighi, imprigionata nel “dover fare”. “Tocca a me fare questo!”; “Se non lo faccio io, chi lo farà?Se non ci penso io non ci pensa nessuno ..”.

E’ prigioniera più o meno consapevole di missioni da compiere, di compiti da eseguire; è spesso schiava, suo malgrado, del terrorismo del “bisogna che …”, e del “devo assolutamente pensare a …”.

Si impone da sola una moltitudine di cose da cominciare, prevedere, segnare, organizzare, altrimenti chi lo farà!

La donna investe molte energie nel provvisorio, in quelle attività che lasciano poche tracce e fanno parte dell’effimero e della ripetizione infinita del “ricominciare sempre” o del “mai finito”.

La gratificazione, a questo modo, resta epidermica, subito sostituita da un “dover fare”, da un nuovo obbligo, da un’altra urgenza. La soddisfazione troppo effimera si trasforma velocemente in irritazione, ogni disturbo nell’ordine stabilito appare insopportabile. Per anni si accumulerà in lei una serie di piccoli e grandi malesseri, di piccole e sottili frustrazioni. Spesso si svilupperà la sensazione diffusa che gli altri si approfittino di lei, l’impressione sgradevole di una giostra senza fine.

E tutte queste cose peseranno molto sulla disponibilità, la leggerezza e la fantasia degli scambi. Incideranno sulla sua posizione di donna, di partner ricettiva alle altre aspettative del suo coniuge.

Lui, da parte sua, può immaginare che se lei fa le pulizie di casa tutti i sabati, è perché le fa piacere …

L’incontro di questa doppia dinamica del “dovere” e della “libera scelta” può dare luogo a terribili malintesi che si riveleranno talvolta anni più tardi oppure dopo una separazione.

Una coppia vivace sarà capace di condividere e chiarire insieme questa doppia dinamica della “libera scelta – piacere” nell’uno, del “dovere – obbligo” e del “piacere che sfugge” nell’altra. E ciò non in termini di accuse o di rimproveri reciproci, come troppo spesso si fa, ma in termini di disponibilità a rimettersi personalmente in gioco: ognuno interrogandosi sulle proprie convinzioni in tale campo e cercando di abituarsi a questo rimettersi in discussione e ad integrarlo nel proprio modo di vivere …..

…. Continua nel prossimo post …..

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