La SAP è caratterizzata da vari sintomi, espressi dai figli come prodotto di un processo di alienazione da parte del genitore affidatario tra cui:
- La campagna di denigrazione. In una situazione normale, ciascun genitore non permette al bambino di esibire mancanza di rispetto e diffamare l’altro. Nella PAS, invece, il genitore programmante non mette in discussione la mancanza di rispetto, ma può addirittura favorirla.
- L’astio espresso dal bambino nei confronti del genitore non affidatario è razionalizzato con motivazioni illogiche, insensate o anche solamente superficiali; ad esempio: “non voglio vedere mio padre/madre perché mi manda a letto presto”.
- Il genitore rifiutato è descritto dal bambino come “tutto negativo”, ed il genitore amato come “tutto positivo”.
- La determinazione del bambino ad affermare di aver elaborato da solo i termini della campagna di denigrazione, senza influenza del genitore programmante.
- L’appoggio automatico al genitore alienante. La presa di posizione del bambino sempre e solo a favore del genitore affidatario, in qualsiasi conflitto venga a determinarsi.
- L’assenza di senso di colpa. Tutte le espressioni di disprezzo nei confronti del genitore escluso avvengono senza sentimenti di colpa nel bambino.
- Gli scenari presi a prestito. Sono affermazioni del bambino che non possono ragionevolmente venire da lui direttamente; ad esempio: uso di parole o situazioni che non sono normalmente conosciute da un bambino di quell’età, nel descrivere le colpe del genitore escluso.
Gardner ha descritto tre differenti livelli di Sindrome di Alienazione Genitoriale :
- grado lieve
- grado moderato
- grado grave
Nel grado lieve, l’alienazione è relativamente superficiale ed il bambino sostanzialmente collabora per le visite al genitore alienato, ma è a tratti ipercritico e di cattivo umore.
In questi casi lievi i genitori alienanti attuano dei comportamenti “tipici” ed alcuni dei quali sono:
- Il genitore alienante potrebbe non incoraggiare le visite presso l’altro genitore, o disinteressarsi delle attività, delle esperienze e, soprattutto, dei sentimenti del minore durante le visite con l’altro genitore: “Tu decidi, io non ti sforzo”.
- L’incapacità da parte del genitore alienante di tollerare la presenza dell’altro genitore anche in eventi importanti per il minore: “Non parteciperò alla tua partita di calcio se tua madre sarà lì”.
- Mancanza di considerazione per l’importanza attribuita dal minore alla figura dell’altro genitore e/o alla relazione con lo stesso.
Nel grado moderato il genitore bersaglio viene descritto come completamente negativo, mentre la figura dell’altro genitore sarà descritta come completamente positiva.
In questi casi moderati i genitori alienanti attuano dei comportamenti “tipici” tra cui:
- Verbalizzazioni di disapprovazione rispetto le visite del minore: “Tu puoi stare da tuo padre ma sai come io mi sento quando sei con lui” e “Come puoi andare da tuo padre quando sai che io non mi sento bene”.
- Aperto rifiuto di ascoltare qualsiasi resoconto riguardante l’altro genitore: “Non lo voglio sentire, non voglio sentire nulla che riguardi tuo padre”.
- Espressioni di piacere a seguito di cattive notizie relative all’ex-partner.
- Aperto rifiuto di concedere una vicinanza fisica con l’ex-partner.
- Aperto rifiuto di parlare, di comunicare con l’altro genitore, ad esempio al telefono.
Nella SAP di grado grave i bambini condividono le fantasie paranoiche del genitore alienante nei confronti del genitore alienato. Inoltre tutte le manifestazioni primarie della SAP sono presenti ad un livello più significativo rispetto al grado moderato. Infatti nell’incontrare il genitore alienato il bambino prova terrore: urla da far raggelare il sangue, è in balia del panico e le sue esplosioni di rabbia possono essere così violente da rendere impossibile l’incontro.
La SAP si delinea quindi come una configurazione particolare di un sistema familiare altamente conflittuale. Nella maggior parte delle famiglie è la madre il genitore alienante, il programmatore, e il padre la vittima.
Il processo di alienazione può avvenire anche in assenza di un programma consapevole da parte del genitore che lo attua,tant’è che anche le strategie che vengono messe in atto per indottrinare ed istigare il figlio possono essere:
=> Dirette: esse si realizzano quando il comportamento del minore tende a ricalcare le opinioni del genitore alienante attraverso minacce, promesse e premi
=> Indirette: incidono più sottilmente sull’opinione e sul comportamento dei minori in quanto si incentrano sulle emozioni del bambino, sul suo senso di lealtà.
Alcune di queste tecniche sono:
- Negare la presenza dell’altro. Il genitore bersaglio non è menzionato, le sue cose vengono distrutte o nascoste, non ci si riferisce mai ad esperienze positive fatte con l’altro genitore
- Negare il proprio atteggiamento critico verso il genitore bersaglio. Il genitore alienante critica l’ex coniuge in presenza del minore, per poi rimandare all’altro assente la critica precedentemente mossa
- Informare il minore e discutere con lui temi tipicamente adulti come le ragioni del divorzio, l’ammontare degli alimenti e i relativi pagamenti…
- Manipolare la situazione dando false informazioni all’ex partner sul figlio inducendo sensi di colpa, dubbi e paure nel minore
- Marcare o creare differenze tra la relazione genitore – figlio e l’ex partner
- Cercare in qualsiasi modo di attirare le simpatie del minore come ad esempio soddisfare i desideri del figlio che l’altro limita o disapprova
- ·Porre il minore in veste di giudice dei comportamenti scorretti dell’altro o come “spia” degli stessi, sottolineando di essere l’unico capace di prendersi cura dei figli
- Esagerare il proprio ruolo di educatore mettendo in ombra quello dell’altro genitore
- Giudicare incessantemente in negativo il comportamento dell’altro raccontando aneddoti al fine di metterlo in ridicolo
- Riscrivere il passato o la realtà per creare dei dubbi nei figli sul rapporto con l’altro
Tutte queste tecniche, ripetute costantemente nel tempo, hanno come conseguenza fondamentale il fatto che il bambino interpreti i fatti e la realtà con gli occhi del genitore alienante e si schieri con lui in tutto e per tutto.
Gli effetti della sindrome di alienazione sui figli dipendono:
- Dalla severità del programma
- Dal tipo di tecniche di lavaggio del cervello utilizzate
- Dall’intensità con cui viene portato avanti il programma
- Dall’età del figlio e dalla sua fase di sviluppo, oltre che dalle lue risorse personali
- Dalla quantità di tempo che essi hanno trascorso coinvolti nel conflitto coniugale
L’impatto della sindrome comunque, non è mai benigno perché coinvolge manipolazione, rabbia, ostilità e malevolenza, a prescindere dal fatto che il genitore programmante ne sia più o meno consapevole. Ciò che si ottiene sui figli è sempre un grave lutto di una parte di sé e importanti conseguenze sul benessere e l'equilibrio presente e futuro del bambino. E' possibile che, man mano che cresce, si sviluppino particolari difficoltà, patologie, strutture di personalità. Il bambino può essere vittima di un cattivo esame della realtà; soffrire di patologie narcisistiche; avere grandi difficoltà a fidarsi e a entrare in relazione e in contatto con gli altri; soffrire di ansia, sviluppare idee ossessive, fobie o paranoie.
Le difficoltà legate alla SAP sono molteplici, e non solo dal punto di vista delle gravi conseguenze che il disturbo produce nei minori e nel genitore alienato.
Il genitore alienante non è escluso dalle devastanti conseguenze del proprio comportamento; anche se il più delle volte si tratta di persone che non hanno mai manifestato disturbi di carattere psichico, si tratta pur sempre di disturbi mentali segno di forte disagio psicologico che richiederebbero una cura ed un supporto altamente specializzato.
A complicate il tutto poi c'è l’effettivo abbandono da parte del genitore bersaglio dei tentativi di visita ai figli. Il suo allontanamento crea una situazione di assenza di confronto con la realtà, se infatti viene a mancare il contatto con l’altro genitore è più facile cadere vittime della programmazione perché non può esserci esame diretto e confronto tra programma e realtà.
Una possibile soluzione potrebbe essere offerta proprio dalla Mediazione Familiare, che accompagna i due ex-coniugi nel percorso da coppia coniugale a coppia genitoriale e quindi ad una rinnovata progettualità.
Socialmente si presta ancora troppo poca attenzione alla qualità del rapporto dei figli col genitore non affidatario, soprattutto se questi si e allontanato a causa di una nuova relazione affettiva. Il biasimo sociale, per quanto comprensibile, è assai pericoloso per lo sviluppo dei figli in quanto innesca una alleanza sociale col genitore programmante.
Al contrario di quanto comunemente si pensa, tuttavia, coloro che lasciano la famiglia non intendono separarsi dai figli ma solo dal proprio coniuge e andrebbero perciò aiutati affinché la loro separazione dai figli non avvenisse mai.
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