In un certo senso la separazione sembra il contrario dell’amore. Mentre l’innamoramento è retto da un impeto fusionale, la separazione è il risultato di forze opposto, centrifughe. Tuttavia, benché la separazione sembri motivata dall’odio, proprio in quel momento, dal cumulo di macerie che produce, si scopre come fosse potente il suo antagonista e quanto amore contenesse la storia che si va a sciogliere.
Spesso si attribuisce la causa della separazione ai litigi, ma i litigi, come abbiamo visto, a loro volta sono l’effetto di qualcosa di altro e, come possiamo facilmente constatare, ci sono migliaia di famiglie litigiose che rimangono unite, nonostante tutto.
Sintetizzando, possiamo dire che ci si divide quando non si può più stare insieme, quando, nell’alchimia degli affetti, gli elementi corrosivi hanno prevalso su quelli adesivi.
Il romanzo della vita in questi casi è particolarmente complesso perché la coppia che si separa non è composta soltanto da due persone, molti sono i personaggi reali e fantastici che popolano la scena. Intorno ai coniugi che non vogliono più essere tali ci sono i figli, i nonni, i parenti prossimi, gli amici e nella testa di ciascuno, storie di famiglia, album fotografici, narrazioni e configurazioni prossime e remote.
Quando si fa e si disfa una famiglia, in entrambi i casi si evoca un orizzonte di attesa, costruttivo nel primo caso, de costruttivo nel secondo.
Legalmente gli agenti della separazione coniugale sono due: un marito e una moglie, ma il vero protagonista non è lui, non è lei, ma la loro relazione. La famiglia è un organismo unitario dalla quale non si possono scorporare impunemente alcune parti, e pertanto i figli vi partecipano a pieno titolo anche se molto spesso si considerano personaggi invisibili senza corpo e parola.
Nella maggior parte dei casi la separazione coniugale è una dura necessità, dolorosa per i genitori e per i figli. Ma il loro dolore è diverso. Per i primi si tratta del fallimento di un progetto di convivenza che non lede comunque la loro possibilità di sopravivenza, per i secondi di un attacco alla loro sicurezza, al bisogno profondo, inscritto nella memoria della specie, di crescere accuditi da adulti responsabili, capaci di attaccamento e dedizione nei confronti della prole.
In qualunque modo gli adulti affrontino il problema, è probabile che i figli siano assolutamente consapevoli, già in fase iniziale, delle difficoltà e delle tensioni che ci sono tra i genitori. Se da un lato possono non rendersi conto del perché le cose a casa “vanno male” o non sono in grado di capire le complesse problematiche che entrano in gioco tra gli adulti, dall’altro sono molto spesso più consapevoli delle difficoltà all’interno della famiglia di quanto si possa credere.
Nel momento in cui si accorgono del dolore degli adulti, questo avrà sicuramente un effetto su di loro. Certo, i genitori sono assolutamente consapevoli di questo rischio (o almeno dovrebbero..) e spesso cercano di proteggere i bambini da ciò che accade tra loro, ma in realtà è molto difficile nascondere le proprie difficoltà ai figli e nel farlo si rischia, molte volte, di recare un dolore ancora maggiore.
Uno degli esempi più evidenti sono i bambini che assistono a scambi violenti di rabbia o di sofferenza tra i genitori e si sentono dire che è tutto a posto, che non c’è problema, di tornare nella loro stanza, che tutto andrà bene. Invece ai bambini possono bastare segnali anche molto più piccoli per capire che non tutto va per il meglio.
Molto spesso i figli si accorgono del dolore e del disagio in famiglia quando alla loro comparsa cala il silenzio o quando colgono stralci di conversazioni scambi all’apparenza privi di grossi contrasti o, ed è forse la circostanza più dolorosa, discussioni che avvengono di notte, “le voci della sera”, quando si suppone loro siano al sicuro sotto le coperte.
Se si sentono continuamente dire che tutto è a posto e che non ci sono problemi, ma l’esperienza quotidiana lascia loro intravedere che non è quella la verità, essi saranno ancora più provati dalle tensioni in famiglia, perché avranno la sensazione che i genitori non sono del tutto onesti con loro. Potrebbero allora nascondere il proprio dolore e non dare voce alle proprie emozioni, diventando invisibili in silenzio ma con mille domande nella testa ……
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