"Siete nati insieme, e insieme sarete per sempre.
Voi sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
Sì, sarete insieme persino nella silenziosa memoria di Dio.
Ma lasciate che vi siano spazi nel vostro stare insieme,
E lasciate che i venti del cielo danzino tra voi.
Amatevi l'un l'altro, ma dell'amore non fatene un vincolo: lasciate piuttosto che vi sia un mare in
movimento tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi reciprocamente la coppa, ma non bevete da una singola coppa.
Datevi l'un l'altro un po' del vostro pane, ma non mangiate dalla stessa pagnotta.
Cantate e danzate insieme e siate gioiosi, ma fate che ognuno di voi possa star solo.
Come sole sono le corde del liuto sebbene vibrino della stessa musica.
Datevi il cuore, ma non per trattenervelo l'un l'altro.
Poiché solo la mano della Vita può contenere il vostro cuore.
E reggetevi insieme, senza però stare troppo vicini.
Poiché le colonne del tempio sono collocate a una certa distanza.
E la quercia e il cipresso non crescono l'uno all'ombra dell'altro".
Gibran
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“ L’amore immaturo dice: “Ti amo perché ho bisogno di te”. L’amore maturo dice: “Ho bisogno di te perché ti amo …” Erich Fromm
Vi chiederete perché un pezzo sul Matrimonio così “poetico” in un blog che parla di Mediazione Familiare e quindi di “conseguenza” di conflitti, separazioni, accordi?
Questo brano di Gibran mette in luce un principio che si perde spesso di vista: quello della “differenziazione”, dell’interdipendenza necessaria in un rapporto di coppia.
“IO sono IO e TU sei TU ….. e se ci troveremo sarà bellissimo …..”, recita la preghiera della Gestalt, “ IO non sono al mondo per soddisfare i tuoi bisogni e TU non sei al mondo per soddisfare i miei …” e questo è il punto dolente: pensare che l’altro possa soddisfare e sanare tutte le nostre ansie, paure e ferite non risolte; che diventi una sorta di nostro prolungamento, di ombra sotto cui ci possiamo “accoccolare” per sempre.
Tutto deve essere perfetto e rispondere alla lettera all’ideale che ci siamo costruiti.
Due pezzi di un puzzle che si incastrano, senza più la possibilità di riprendere la propria individualità e quando l’illusione finisce e ci si scontra con la realtà, il sogno si infrange :” tu non sei più quello di prima …”
L’interdipendenza è l’accettazione di un legame imperfetto; è la disillusione passata attraverso la maturità che non proietta più sull’altro ma si riappropria di quello che le appartiene. E’ non temere più l’abbandono perché ognuno sa stare anche da solo ma sceglie di stare con l’altro. E’ affrontare la crisi con una consapevolezza diversa, riconoscendo che l’altro può essere imperfetto.
Ed è allora che i due IO potranno incontrarsi in un NOI ……
Bellissimo, chiarificatore, e strettamente attuale per chi vuole andare un po' a fondo. Cara Gabriella, grazie.
RispondiEliminaGrazie Francesco .... :-)
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